Le arti terapie iniziano a diffondersi in Italia negli anni ’80 del secolo scorso inaugurando un diverso modo di guardare ai percorsi di guarigione e di benessere. In questo scenario si colloca anche la Danzamovimentoterapia che si pone l'obiettivo di riaffermare l'importanza del corpo nel processo di cura. In questa ottica il significato delle emozioni, comunicate attraverso la dimensione corporea assume quindi una particolare rilevanza diventando diretta manifestazione del profilo dinamico della persona ed elemento costitutivo primario del suo senso d'identità.
La DMT si propone di allargare il campo di azione e di pensiero facendo emergere nuove risorse e possibilità di cambiamento della coscienza e della consapevolezza della propria identità, attraverso strumenti che ricollegano l'individuo al proprio essere parte di una collettività, superando così la dimensione individualistica attraverso la condivisione di reti di supporto, comprensione, alleanza e aiuto reciproco.
Altro obiettivo è quello di connettere i vari livelli sui quali si muove la direzione umana attraverso la danza: consapevolezza, intuizione, illusione/ delusione, isolamento/condivisione, rapporto fra sintomo e vissuto, per costruire ponti e reti per connettere e tenere insieme valori, diritti, speranze delle persone sane o malate.
La Danzamovimentoterapia si collega idealmente alle antiche tradizioni nelle quali la danza era un mezzo fondamentale nelle pratiche per il benessere dell’individuo. Promuove le risorse del processo creativo, della danza e del movimento, per una integrazione psicofisica, relazionale e spirituale, il benessere e la qualità della vita della persona. Si affianca di frequente ad altre forme di cura.